"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

lunedì 21 maggio 2012

Tre giorni Per-CORRERE

Non saprei da dove cominciare a descrivere questi tre giorni (e mezzo) di Per-CORRERE... dal lavoro o dai ragazzi, dai luoghi o dal clima, perciò racconterò un po' così come mi viene, senza pensarci troppo. Quando giovedì pomeriggio arrivo al villaggio turistico in cui alloggeremo trovo tutta la squadra tecnica già all'opera: c'è chi è impegnato nell'assemblaggio dei kit-pellegrinaggio (borsa e gadget vari), chi sistema la segreteria, chi appende i cartelloni, chi monta il palco... nessuno è fermo. La festa, per me, comincia da qui: il solo fatto di correre da una parte all'altra per preparare il posto per l'arrivo dei ragazzi mi rende felice. 

Venerdì mattina il villaggio è un locus amoenus: spiaggia, conigli zampettanti, ombra, alberi, brezza... a Petrarca sarebbe piaciuto molto. Nel giro di un paio d'ore questo posto tranquillo e sereno si è letteralmente trasformato in un "paese per giovani" in cui l'aria profuma di vita fremente e canti da ogni regione d'Italia. Io sono carichissima: un momento a lungo immaginato sta per prendere finalmente forma e c'è l'ansia di far andare tutto bene, di svolgere al meglio i miei compiti, di far vivere a 900 persone un'esperienza da ricordare. Il mio lavoro, cominciato giovedì sera con l'assemblaggio di circa mille kit continua in aereoporto, con l'accoglienza dei ragazzi della Sicilia Orientale e baci e abbracci, pacche sulla spalla, accolgono me prima che io riesca ad accogliere loro. Dato che sono i primi ragazzi ad arrivare e dato che saranno anche i primi a ripartire li porto a visitare una cittadina sul mare poco lontano dal nostro villaggio. "Le nostre sciarpe arcobaleno si intonano ai colori delle case dei pescatori", mi fa notare una ragazza mentre camminiamo alla ricerca di un posto in cui mangiare. In questo posto da bambina passavo le vacanze e mi ricordo che in una calle qui intorno una volta c'era una fioreria in cui adoravo annusare i fiori che allora erano più grandi di me... forse c'è ancora. Non fatico a trovarla, anche se non ci sono più i vasi colorati che mi ricordavo; dietro al bancone c'è la stessa proprietaria di allora e non so come ma mi saluta chiamandomi per nome. Mi stupisco perchè è da una vita che non passo di qui a farle visita e quando, salutandomi, mi abbraccia ho la sensazione di essere a casa. Tornati al villaggio il mio lavoro si sposta in segreteria: pass e buoni pasto da contare, domande a cui rispondere e telefono che squilla in continuazione mi fanno compagnia per tutto il pomeriggio. Non riesco a stare più di tanto chiusa nella penombra perciò di tanto in tanto esco a salutare i miei amici referenti che arrivano da lontano. La sera il nostro per-CORRERE inizia ufficialmente con i saluti di rito e una veglia sulla spiaggia. Siamo mille o poco meno seduti sulla sabbia, cantiamo e ci abbracciamo anche se ci siamo conosciuti solo mezz'ora prima a cena; ci sono le fiaccole e le stelle ad illuminare la notte. Ci siamo noi ad accende il buio.


Sabato è la giornata più intensa di tutte: l'ultimo autobus parte per Padova con soli cinque minuti di ritardo e ci troviamo tutti in Basilica per qualche momento di riflessione. Ad un certo punto ci viene consegnato un panino da condivere con il nostro vicino. E' qui che non riesco a trattenere le lacrime. Mentre sono intenta a cercare un fazzoletto in borsa un ragazzo disabile mi si avvicina e mi abbraccia: questo è il senso vero e profondo del mio lavoro. Vorrei che tanti adulti della mia piccola sottosezione fossero qui, adesso. Dopo la distribuzione dei viveri a Prato della Valle c'è un appuntamento speciale: un flash mob che coinvolge anche i disabili che sono con noi. Ad un dato segnale parte la musica e 900 persone ballano tutte insieme la stessa coreografia e Padova scoppia di gioia. Le nostre sciarpe arcobaleno diventano un tunnel naturale sotto il quale passano le carrozzine, la gioia è negli occhi di ognuno di noi. Balliamo, saltiamo e gridiamo: siamo giovani, siamo volontari, ognuno ha una storia diversa da raccontare. Eppure oggi siamo sincronizzati sulla stessa lunghezza d'onda, oggi siamo insieme, oggi non siamo soli. Il pomeriggio è tranquillo e in serata torniamo al Villaggio.


Festa, riunione fino a tarda notte e poi a letto. Domenica mattina riaccompagno i ragazzi della Sicilia Orientale in aereoporto, perchè sono i primi a partire. Anche oggi non si contano gli abbracci e i sorrisi, anche oggi ho voglia di dire grazie per quanto sta accandendo. La conclusione del nostro Per-CORRERE è nel Duomo di Padova. Il lavoro è frenetico come sempre ma riesco ad andare a messa. Alla fine noi referenti veniamo chiamati a ricevere il mandato di referenti, appunto e io vado verso l'altare mano nella mano con un ragazzo disabile e una ragazza della mia sottosezione. Ci sono proprio tutti: davanti i referenti nazionali e l'assistente nazionale con un libro aperto, accanto i referenti da tutta Italia, dietro il mio collega referente di Sezione, poco distante la presidenza della mia Sezione. E' come se mi dice mi chiedessero: "Vuoi essere dei nostri? Vuoi impegnarti a rendere questa associazione migliore? Vuoi essere felice con noi?" Do uno sguardo veloce a tutti e mettendo la mano sopra il libro aperto, con le lacrime agli occhi dico a loro, ma soprattutto a me che sì, io ci sono. Il pellegrinaggio finisce così, con questo nostro "sì", con l'impegno di dare il meglio di noi. Torno a casa carica e felice, consapevole di essere stata nel momenti giusto al posto giusto con le persone giuste.

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